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I movimenti di calcio mercato più assurdi della settimana

Ultimo Aggiornamento: 27/06/2023 17:22
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27/06/2023 17:20

 

Certo non pensavamo che il calciomercato avrebbe preso questa piega, una piega dove quasi tutti gli acquisti sono acquisti assurdi. Deve ancora aprirsi ufficialmente e già è successo di tutto. Benzema è andato in Arabia Saudita, inaugurando una rotta che sembra diventata una di quelle che apre ogni tanto Ryanair, di che devi approfittarne per forza e chissene della destinazione. Lo stanno seguendo in tanti, forse in troppi. Alcuni, ok, erano al crepuscolo della carriera, altri però mica tanto. L’ultimo nome è quello di Bernardo Silva. Il calciatore più peculiare della miglior squadra al mondo che si allontana dai nostri occhi: ma che cattiveria è? 


Se siete tifosi del Milan, vi sembrerà assurdo quello che potrebbe succedere a Tonali. Uno dei giocatori più amati e influenti di un club storico che viene comprato dal Newcastle. In ogni caso questo è il mercato: prendere o lasciare. Ah, tra l’altro, il giocatore più importante di questa generazione, forse il più forte di sempre, va a giocare per la squadra ultima in classifica in MLS. 


Lionel Messi all’Inter Miami


Dopo aver “finito il calcio” ai Mondiali, i fischi ricevuti dai tifosi del PSG e i soliti problemi del Barcellona a comportarsi da vera squadra di calcio (cioè pagare dei soldi per mettere sotto contratto giocatori) era lecito aspettarsi un cambio di scenario per Messi. Eppure il suo passaggio all’Inter Miami non può suonare ironico nella sua assurdità. L’argentino non ha scelto i miliardi dell’Arabia Saudita, neanche squadre con un certo blasone o una tradizione più o meno solida. Non è tornato a casa, o comunque in Argentina. No, Messi è andato in una squadra che dopo il suo arrivo ha dovuto mettersi lì e spiegare al resto del mondo chi fosse.


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27/06/2023 17:22

Ci sono spiegazioni economiche più o meno solide per spiegare questo affare. Lo sport negli Stati Uniti è un mercato in crescita, Miami è una destinazione glamour e con una forte presenza latina, il club è in mano a David Beckham. Eppure la sostanza rimane: Messi è Messi, idealmente il giocatore più forte di sempre, e l’Inter Miami è l’Inter Miami, la squadra che in questo momento è ultima classificata in MLS. I primi a fare ironia sono stati proprio i tifosi della franchigia della Florida, a cui è venuto il dubbio che magari il loro club non è pronto ad accogliere Messi. In ogni caso, nuovi tifosi arriveranno a sostenere la squadra, se quelli vecchi non sono abbastanza fiduciosi o alla moda per avere un giocatore del calibro di Messi a gestire il possesso sulla trequarti. In qualche modo sembra l’inizio di uno di quei brutti film americani: una squadra sconclusionata trova un artefatto millenario e il suo desiderio di avere in squadra il miglior giocatore al mondo si avvera. Staremo a vedere se ci sarà il lieto fine. 


 


Tolgay Arslan al Melbourne City


«Avevo una voce dentro che mi diceva che sarei andato a giocare in Australia». Con queste parole Arslan ha spiegato il suo passaggio dall’Udinese al Melbourne City, da un’offerta di rinnovo per quattro anni da parte di una squadra di Serie A al periferico campionato australiano. Arslan è di quei calciatori che ci ammaliano – un centrocampista tecnico e compassato da schierare davanti alla difesa – che magari abbiamo pensato potevano diventare più di quello che erano realmente. La sua scelta di andare dall’altra parte della terra è di quelle difficili da capire, ma il messaggio qui è chiaro: ascoltiamo le voci dentro di noi. Arslan avrà sentito il richiamo della natura selvaggia e pericolosa? Di uno stile di vita diverso, una città più cosmopolita di Udine (credo), un clima migliore (sicuro), andare a fare surf dopo l’allenamento, una vita a piedi nudi. Possiamo non capire Arslan, ma possiamo dare torto alla voce dentro di lui?


 


Rúben Neves all’Al Hilal 


Con tutto il rispetto per Ruben Neves, tra vent’anni, quando dovremmo spiegare il declino del calcio, useremo la sua carriera. Un giocatore che quando era un talento che sbocciava nel Porto ha scelto di andare al Wolverhampton, in Championship, preferendo un club di Jorge Mendes alla possibilità di accettare la corte delle migliori squadre al mondo. E che oggi, ancora relativamente giovane, e del tutto appetibile per il-calcio-che-conta (si parlava di una trattativa col Barcellona) decide di muoversi verso l’Arabia Saudita. Uno che a 18 anni era capitano del Porto in Champions League, ma che da quando ha lasciato il suo primo club non ha più giocato la competizione e, difficilmente, tornerà a giocarla. Certo, ha guadagnato e guadagnerà una barca di soldi – e ogni professionista deve essere libero di scegliere come vuole – ma il suo passaggio in Arabia Saudita a 26 anni più che un acquisto assurdo rimane uno triste.  

Ma se tra tutti gli acquisti del campionato arabo abbiamo scelto lui è perché l’Al Hilal pagherà al Wolverhampton 55 milioni di euro, rompendo quel patto non so quanto implicito per cui attirava a sé solo giocatori a parametro zero. L’immissione dei soldi degli arabi non solo nelle tasche dei calciatori, ma anche in quelle dei club, quanto influenzerà il calcio europeo in futuro? Sembra quando su internet leggi quelle notizie di scoperte di mostri marini giganti che si sono evoluti per la vita fuori dall’acqua e pensi: come faremo a resistere come civiltà? Allo stesso modo, se gli arabi sono disposti a spendere 55 milioni per Ruben Neves e Ruben Neves è disposto ad andare dagli arabi, come possiamo resistere come calcio europeo?

 

Benjamin Tahirovic all’Ajax

Cosa avrà visto l’Ajax in Tahirovic da investire 8,5 milioni (più il 15% sulla rivendita futura) per un calciatore di vent’anni che i professionisti li ha appena sfiorati? Tra i giovani schierati quest’anno da Mourinho il bosniaco è stato uno dei meno impiegati (350 minuti, tutti in Serie A) e sicuramente ha rubato l’occhio meno di altri. Certo, non è facile brillare nel suo ruolo nel sistema di Mourinho, che chiede ai due centrocampisti centrali compiti prettamente difensivi. Anche nella Primavera della Roma, una delle migliori in Italia, sembravano esserci giocatori più forti, o quanto meno più adatti a rientrare nell’archetipa categoria di “giovani dell’Ajax”, un club che forma i suoi giocatori come se fossero prima di tutto dei professori del gioco. 

 

Ovviamente fa anche questo parte del gioco: Tahirovic è giovanissimo e forse la versione che abbiamo visto noi non è quella giusta. Mislintat, il direttore sportivo dell’Ajax, ha detto che «è uno dei migliori talenti che abbia mai visto in questo ruolo (mediano davanti alla difesa)». Molti ci hanno visto una certa malizia, in un momento in cui le plusvalenze hanno preso una sfumatura totalmente negativa. I giallorossi, in ogni caso, l’hanno venduto anche per motivi di bilancio, non necessariamente perché non credevano in lui. Siamo in quella fase del calcio italiano: quella dove uno dei club più importanti della Serie A deve cedere alle richieste economiche dell’Ajax per quanto riguarda i giovani. 

 

Joselu al Real Madrid

Forse, prima di venerdì, non avevate mai sentito il nome di Joselu in vita vostra, oggi invece sembra impossibile che ne esca. Prima ha segnato il gol decisivo per la Spagna nella semifinale di Nations League contro l’Italia, poi è stato acquistato dal Real Madrid. Forse serve ripeterlo: Joselu, 33 anni, centravanti dalla carriera abbastanza anonima, è stato acquistato dal Real Madrid subito dopo aver ceduto Karim Benzema, una leggenda di questo gioco. Lui ci ha tenuto a specificarlo: «Benzema? Non sono qui per sostituire nessuno».

È un acquisto veramente indecifrabile: il Real paga 500 mila euro per il prestito (1/200 di quanto speso per Bellingham) con un diritto di riscatto fissato a un milione e mezzo. Come se non bastasse, per vestire la maglia del club più prestigioso al mondo, Joselu si è abbassato lo stipendio. Che, voglio dire, chi non lo avrebbe fatto, ma se ci pensate ha un qualcosa di ridicolo. Perché ha dovuto farlo? A sorpresa Joselu aveva già giocato al Real Madrid da canterano. Aveva giocato 18 minuti con la prima squadra e segnato 2 gol. Se tenesse questa media anche ora, diciamo, Joselu romperebbe il gioco del calcio. Non crediamo sarà lui, ma se dovesse arrivare prima o poi questo tipo di giocatore, immaginiamo, giocherebbe per il Real Madrid.  

 

Filip Djuricic al Panathinaikos

Ok, forse non dovremmo stupirci così tanto. Djuricic viene da una stagione tremenda alla Sampdoria, dove è riuscito a essere tra i più negativi in una situazione francamente ingiudicabile. Dove è finito quel trequartista meraviglioso rivitalizzato da De Zerbi? In un mondo ideale l’allenatore se lo sarebbe portato al Brighton, tipo feticcio, e Djuricic si sarebbe messo a spiegare calcio in Premier League. Ma questo non è il mondo ideale e il suo posto è il campionato greco, uno dei più indecifrabili del calcio europeo, ricco di tifo ma povero di talento. Il Panathīnaïkos è un club storico, ma gioca il calcio in cui può esprimersi al meglio il serbo? Chi è il De Zerbi greco? Lui intanto si è presentato con il tweet di un trifoglio verde, il simbolo del club.

 

 

Come si dice: se son trifogli, trifoglieranno.

 

Mahmoud Dahoud al Brighton

A proposito di De Zerbi. Mentre il centrocampo del Brighton viene saccheggiato dei suoi talenti più fisicamente esuberanti (Mac Allister al Liverpool, Moises Caicedo in partenza), il club inglese ha firmato a parametro zero Mahmoud Dahoud, uno di quei centrocampisti che sembra vivere fuori dal tempo e dallo spazio. È dal 2016 che aspettiamo che il suo talento si consacri finalmente, ma se questa cosa non è ancora successa forse c’è un motivo. La sua lunga esperienza al Borussia Dortmund non è stata una delusione, ma non si può neanche dire che sia stato quel successo che ci potevamo aspettare. Credere che il suo posto sia la Premier è controintuitivo, ma se c’è un allenatore che può tirarne fuori il meglio è proprio De Zerbi. Quindi, forse, non è poi un acquisto così assurdo, anzi, forse – tra l’altro a parametro zero – verrà fuori come uno degli acquisti più azzeccati di questo mercato.

 

 


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