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Lorena Bianchetti

Ultimo Aggiornamento: 02/05/2024 10:25
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Il video. Lei cantava "Eppur mi son scordato(a) di te" di Battisti.


download allegato - cliccare sull'immagine.

(Istruzioni: cliccare sulla foto, all'apertura della pagina
selezionare in basso, alla voce "select your download",
la voce "FREE". Nella nuova pagina, in fondo, alla
voce "Download - Ticket reserved. Please
wait.....seconds" attendere il termine del countdown
poi digitare l'alfanumerico che verrà fornito e salvare.
Dimensioni: 23 MB; codec video XviD codec audio mp3).


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Re: Visto che quest'articolo è stato citato...

Scritto da: Dottor Slump 15/01/2006 23.00
Raidue, il vangelo del taroccamento
NORMA RANGERI
Epoi dicono che la Rai non ha fantasia. Basta accendere Raidue nel primo pomeriggio per ricredersi. Laddove un tempo c'era Al posto tuo con Alda D'Eusanio e le sue storie di cronaca taroccate, oggi c'è lo stesso programma condotto dalla giovane Lorena Bianchetti, conosciuta dal pubblico come la presentatrice delle rubriche religiose di viale Mazzini. Una metamorfosi spericolata. Un bel salto: da A sua immagine, trasmissione della domenica, benedetta dalla Conferenza episcopale italiana sugli eventi religiosi, al celebre contenitore trash sulle liti in famiglia. Dagli abiti castigati, in tono con preti e cardinali, alle foto dei giornali con completini sadomaso e trucco appariscente. Ai tempi della D'Eusanio scoprire che gli episodi raccontati erano frutto di copioni ben sceneggiati, interpretati da attori di teatro (sconosciuti e ben contenti di guadagnare qualche soldo), meritò la sua dose di critiche. Ora, invece, semplicemente dichiarando che quelli sono attori, tutto è a posto. E invece no. La cornice in cui si svolge la recita è quella di sempre: gli attori fingono di essere i protagonisti della storia, la conduttrice rispetta un rigido canovaccio di domande e battute ma finge di improvvisare, il pubblico finge di appassionarsi alla storia come se avesse davanti non gli attori ma la persona alla quale la vicenda si riferisce.

L'altro giorno si raccontava di una ragazza in carriera che scopre di avere una malattia rara che la renderà cieca. L'attrice chiamata a interpretare il ruolo della malcapitata sfornava esclamativi impostando la voce con un tono che voleva essere drammatico ma era solo melenso e quando doveva lacrimare esagerava (il viso bagnato sembrava sudato). Una pessima recitazione pure dell'attrice che interpretava la madre della futura cieca: dovendo mimare uno scontro con la figlia, entrava con difficoltà nella parte. La conduttrice, falsa e cortese, naturalmente fingeva di appassionarsi al dramma ma sembrava trattenersi da un nervoso scoppio di ilarità e, non sapendo come uscirne, invitava il pubblico ad applaudire («facciamo un bell'applauso a Margherita»). E siccome al peggio non c'è mai fine, ecco palesarsi un signore con farfallino, baffi e un nome ingrato: il dottor Marzullo, psicologo interpellato dalla Bianchetti insieme alla dottoressa Petrone, esperta di vattelappesca.

Nel momento clou abbiamo la cecità in diretta («vedo male i colori, sto cambiando, devo affrontare il buio che verrà»). In mezzo brevi fiction con gli attori medesimi (in esterna), mentre una scritta scorre sullo schermo per avvertire il pubblico che «si sta interpretando un caso realmente accaduto». I figuranti in studio dispensano pareri e consigli agli attori. Una situazione grottesca, la finzione nella finzione. Fingere il reality, ovvero raschiare il barile.

nrangeri@ilmanifesto.it


A prescindere dalla valutazione del programma...
Personalmente, trovo la Bianchetti insopportabile.
Punta spesso gli occhi in basso (evidentemente si concentra su quello che deve dire), anche nel recente concerto che ha presentato su RAI1. Studiata, finta.
Trovo la definizione data dalla Rangeri molto calzante.




Perchè se una riflette su quello che sta dicendo è finta? [SM=x44607]


La Rangeri sbaglia analisi e bersaglio polemico - almeno in questo caso.

Le categorie con cui analizza i comportamenti e le persone sono erronee: perchè fare riferimento al concetto di verità, quando si dà per scontato che il programma si basa su un copione scritto e recitato da attori? e che scopo del programma è trarre spunto da simili storie per allargare il discorso e discutere sulle problematiche del vivere quotidiano?

Lungi da me l'idea di difendere il programma, che, a parte la conduttrice, [SM=x44603] non offre spunti d'interesse.

Sicuramente la Rangeri fa parte di quella schiera che criticava personaggi come Lorena Bianchetti che conducono trasmissioni del genere di "A Sua immagine" come è pronta a criticarla adesso che avrebbe, per così dire, dirazzato. Come direbbe Zeffirelli, "si potrebbe scrivere in anticipo e depositare da un notaio quello che scriveranno".


La giornalista parla di una "metamorfosi spericolata": che cedimento ad un luogo comune trito e ritrito, come se una persona, solo perchè si è occupata a lungo di questioni religiose per scelta professionale, debba essere necessariamente una mezza santarellina (luogo comune che ne sottintende un altro, quello secondo cui "Le figlie di Maria...", per cui alla fine non meraviglierebbero poi tanto certe "metamorfosi spericolate").

Da notare l'affondo personale, ad hominem, del tutto immeritato.


Volendo cantare la morale alla Bianchetti la giornalista si pone sullo stesso piano del Moralizzatore de "Le iene" che le ha dedicato un "servizio" ma lì l'intento era scherzoso e goliardico, qui inutilmente polemico.

"Raschiare il fondo del barile". Altro luogo comune per cui si
raschia sempre il fondo del barile . [SM=x44600]


Se una trasmissione svela, rendendolo visibile, il meccanismo della finzione che sta alla base del "Reality show" non si tratta di una finzione nella finzione, di una finzione al quadrato, come vorrebbe far credere la Rangeri, [SM=x44605] ma di opera di demistificazione, molto semplicemente.

Anche qui si tende ad applicare degli stereotipi di pensiero quando non è il caso.

Evidentemente la visione che la giornalista ha della televisione è quella di un mondo univocamente dominato dal cinismo, che tende a generare soltanto prodotti vieppù deteriori , in cui non ha cittadinanza e ragion d'essere l'onestà e lo scrupolo professionale di chi, semplicemente, vuol svolgere bene il proprio lavoro, quale che esso sia.

Questo tipo di analisi, forse applicabile alla televisione e a quello che essa rischia di diventare nel suo complesso, non va applicato sempre e comunque meccanicamente.


Se la Bianchetti accenna il sorriso nel trattare le storie ciò è dovuto alla consapevolezza che si tratta, per l'appunto, di finzione scenica.

Suvvia, Signora Rangeri si rilassi.

Semmai va osservato che la conduzione di Lorena ha giovato al programma, per i motivi anzidetti, e perchè ha ingentilito con la sua grazia un programma altrimenti becero, e tutto questo alzando lo share.

Va detto per inciso che lo psichiatra che partecipa alla trasmissione si chiama Domenico Mazzullo, e non "Marzullo" come, nella fretta di cercare sinistre assonanze, scrive la giornalista. [SM=x44602]

Mi augurerei che La Rangeri, che non si perde un Sanremo, pur di parlarne male, si dedicasse a questioni di maggiore sostanza e rivolgesse i suoi strali altrove, senza voler a tutti i costi trovare fantasmi là dove non ce ne sono. [SM=x44597]


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16/01/2006 08:57
 
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Visto che quest'articolo è stato citato...

Scritto da: phiradas 16/01/2006 3.04
Perchè se una riflette su quello che sta dicendo è finta? [SM=x44607]


Phi, non fare l'indiano...
Innanzitutto non è questione di riflettere su quello che vuole dire, ma su quello che DEVE dire.
Infatti, l'abbassare gli occhi (te lo può confermare qualsiasi psicologo) denota imbarazzo, la volontà o necessità di dire una bugia, insicurezza.


Scritto da: phiradas 16/01/2006 3.04
Le categorie con cui analizza i comportamenti e le persone sono erronee: perchè fare riferimento al concetto di verità, quando si dà per scontato che il programma si basa su un copione scritto e recitato da attori? e che scopo del programma è trarre spunto da simili storie per allargare il discorso e discutere sulle problematiche del vivere quotidiano?


Quel programma è la classica tv spazzatura, non per niente, affermi


Scritto da: phiradas 16/01/2006 3.04
Lungi da me l'idea di difendere il programma, che, a parte la conduttrice, [SM=x44603] non offre spunti d'interesse.




Scritto da: phiradas 16/01/2006 3.04
Sicuramente la Rangeri fa parte di quella schiera che criticava personaggi come Lorena Bianchetti che conducono trasmissioni del genere di "A Sua immagine" come è pronta a criticarla adesso che avrebbe, per così dire, dirazzato. Come direbbe Zeffirelli, "si potrebbe scrivere in anticipo e depositare da un notaio quello che scriveranno".


A parte che la Rangeri non criticava la Bianchetti quando conduceva "A sua immagine", programma sul quale si può dissentire, ma che è accettabile. A parte che la critica non è rivolta al curriculum della Bianchetti ma alla sua trasformazione radicale e alla sua chiara attitudine all'opportunismo e alla recitazione (tra l'altro, neanche di qualità).
Bisogna dire che ciò che Zeffirelli considera critica a priori, secondo me è solo coerenza. Se uno la pensa allo stesso modo, considera certi programmi spazzatura, considera certi conduttori, per usare parole della stessa Bianchetti, come "irrispettosi del dolore altrui", perchè questo fanno Bianchetti, De Filippi, D'Eusanio e similia ponendoli di fronte alla morbosità di parte dei telespettatori, beh, non può fare altro che criticarli e io [SM=x44619] [SM=x44619]


Scritto da: phiradas 16/01/2006 3.04
La giornalista parla di una "metamorfosi spericolata": che cedimento ad un luogo comune trito e ritrito, come se una persona, solo perchè si è occupata a lungo di questioni religiose per scelta professionale, debba essere necessariamente una mezza santarellina (luogo comune che ne sottintende un altro, quello secondo cui "Le figlie di Maria...", per cui alla fine non meraviglierebbero poi tanto certe "metamorfosi spericolate").


Non è questo il nocciolo dell'articolo e della critica.
L'accusa è di essere falsa, non scollacciata.


Scritto da: phiradas 16/01/2006 3.04
Se una trasmissione svela, rendendolo visibile, il meccanismo della finzione che sta alla base del "Reality show" non si tratta di una finzione nella finzione, di una finzione al quadrato, come vorrebbe far credere la Rangeri, [SM=x44605] ma di opera di demistificazione, molto semplicemente.


Anche qui, qualsiasi psicologo potrebbe essere d'aiuto.
La trasmissione è fatta per una determinata fetta di pubblico e non per "svelare il meccanismo della finzione" [SM=x44602]
Questa fetta di pubblico, morbosa e voyeristica, non bada al fatto che ci siano degli attori, ma si fa coinvolgere dal racconto e tu credo lo sappia benissimo.
Dare sfogo a questi sentimenti gretti è di pessimo servizio alla società.
Non è da oggi che esiste l'alienazione da piccolo schermo e che c'è chi vive nell'irrealtà. Questo è il pubblico attuale della Bianchetti e questo è quello che le si critica: fare un programma falso e diseducativo.
Per piacere, non creiamo alibi che non stanno in piedi.


Scritto da: phiradas 16/01/2006 3.04
Evidentemente la visione che la giornalista ha della televisione è quella di un mondo univocamente dominato dal cinismo, che tende a generare soltanto prodotti vieppù deteriori , in cui non ha cittadinanza e ragion d'essere l'onestà e lo scrupolo professionale di chi, semplicemente, vuol svolgere bene il proprio lavoro, quale che esso sia.


Non è forse cinico quel programma?
Non è forse diseducativo in quanto fa leva sui sentimenti per spettacolarizzare e svalutare il dolore?
Aldilà che Lorena fa ciò che le si è chiesto di fare, non credi che sia falsa? Non credi che avrebbe potuto rifiutarsi di fare QUEL programma se non lo avesse ritenuto valido?
Faresti una cosa della tua professione che ritieni ingiusta solo perchè te lo chiedono, anche se puoi rifiutarti?


Scritto da: phiradas 16/01/2006 3.04
Questo tipo di analisi, forse applicabile alla televisione e a quello che essa rischia di diventare nel suo complesso, non va applicato sempre e comunque meccanicamente.


Ma in questo caso calza a pennello.


Scritto da: phiradas 16/01/2006 3.04
Semmai va osservato che la conduzione di Lorena ha giovato al programma, per i motivi anzidetti, e perchè ha ingentilito con la sua grazia un programma altrimenti becero, e tutto questo alzando lo share.


Ah, beh, allora se si alza lo share tutto è giustificato... [SM=x44605]
Preferisco comunque la verità all'ostentazione della falsità.


Scritto da: phiradas 16/01/2006 3.04
Va detto per inciso che lo psichiatra che partecipa alla trasmissione si chiama Domenico Mazzullo, e non "Marzullo" come, nella fretta di cercare sinistre assonanze, scrive la giornalista. [SM=x44602]


Magari è un refuso di stampa. Non attacchiamoci a queste amenità per screditare un articolo...

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L'amore non lo canto, è un canto di per se'
Più lo si invoca, meno ce n'è

"La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo".
Joseph Ratzinger
16/01/2006 13:50
 
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Ma non avete proprio un c.... da fare dalla mattina alla sera!! [SM=x44630] [SM=x44630]
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Re:

Scritto da: aulo2003 16/01/2006 13.50
Ma non avete proprio un c.... da fare dalla mattina alla sera!! [SM=x44630] [SM=x44630]



Penso che sia legittimo discutere di questo argomento... [SM=x44606]

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Re:

Scritto da: aulo2003 15/01/2006 9.02
Creatura meravigliosa. [SM=x44620] [SM=x44620]


Il contributo di Aulo è sempre molto significativo... [SM=x44600]

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Re: Visto che quest'articolo è stato citato...

Scritto da: Dottor Slump 16/01/2006 8.57
...






Voler fare una descrizione psicologica sulla base di un solo tratto della gestualità di una persona può essere fuorviante.

Quello stesso abbassare lo sguardo, che poi non mi sembra affatto un modo caratteristico della gestualità di Lorena, può denotare anche semplicemente la volontà di dare enfasi a ciò che si sta dicendo in quel momento, un voler essere assertivi, come a volte fanno gli oratori.
Può indicare che la persona vuol scegliere le parole più adatte, la frase più incisiva per commentare un fatto.
Oppure semplicemente che si sta facendo mentalmente una ricapitolazione per tirare le somme del discorso.
Che è un discorso a più voci, tante quanti sono i personaggi che prendono parte al programma, e compito della conduttrice è appunto quello di tenere le fila del discorso, e non sostenere più o meno credibilmente una parte, recitando più o meno bene. La Bianchetti non "finge di improvvisare" come dice la Rangeri perchè non è il suo compito.


Sarebbe opportunistico il voler portare avanti il proprio lavoro accettando quello che offre oggi il panorama della comunicazione?

Se oggi il reality è il genere trainante in televisione non mi sembra ciò essere imputabile alla Bianchetti.

Ciò che risulterebbe davvero cinico sarebbe il voler sfruttare strumentalmente pervertendoli ulteriormente i meccanismi della tv attuale, un eventuale abuso del mezzo, come fanno molti suoi colleghi/e, di certo non lei.

Invece il programma, per quanto criticabile, è altra cosa da quando c'è lei alla conduzione, e se ho sottolineato che anche lo share è aumentato era per porre in evidenza che l'equazione trashitudine=ascolti non è necessariamente vera.


Di fronte alla difficoltà di creare nuovi generi e rinnovare la tv attuale ben vengano volti nuovi come la Bianchetti che con la loro freschezza e schiettezza quantomeno destrutturano la tendenza al cinismo di cui sopra.


La Rangeri pone molta enfasi nel sottolineare il contrasto tra il vecchio look e quello attuale, e non puoi negare che con ciò intende avvalorare l'idea di un personaggio opportunista, sostanzialmente inautentico.

Voler criticare qualcuno sulla base del guardaroba mi sembra frutto di un modo di pensare antiquato, a meno di non pensare che la Rangeri stia solo fingendo di scandalizzarsi per mero artificio retorico. Possibile che non la sfiori l'idea che una sceglie l'abito in funzione dell'occasione, in palestra ci va in tuta, a una serata di gala in abito di gala...

Ad ogni modo non ritengo che L B sia falsa e che avrebbe dovuto rifiutare l'offerta di fare quel programma perchè il punto non è se quella rappresentazione ad opera di attori che si svolge in uno studio televisivo sia dannosa o meno in sè, ma nella misura in cui viene percepita come reale dal pubblico.

Se gli si spiega con sovraimpressioni e annunci espliciti che si tratta di una recita, un pubblico minimamente avvertito dovrebbe comprendere che si tratta di finzione e che il programma altro non è che una sorta di psicodramma.

Se non lo fa, se non ha gli strumenti critici per farlo, è perche è intontito, perche dall'altra parte trova sempre e solo programmi che, a prescindere dal contenuto intrinseco di verità scoraggiano ogni attitudine al pensiero critico.


[Modificato da phiradas 16/01/2006 20.33]

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phiradas


16/01/2006 21:46
 
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Và meglio così? [SM=x44617]

L’analisi del testo- dalla “teoria” al “laboratorio”


La lettura del testo oggi nella cultura contemporanea e nell’azione didattica assume un ruolo di primaria rilevanza, non soltanto nell’ambito dell’educazione letteraria, ma in quello più ampio di un’educazione permanente.

Il docente, infatti, in sintonia con gli strumenti della critica contemporanea, che accenneremo innanzi, dovrà proporre agli alunni delle scuole secondarie di istruzione secondaria un insegnamento che, ai fini di una valenza didattica del tutto efficace dovrà connotarsi in un “laboratorio”, da sviluppare in complementarietà e simultaneità con i soggetti educandi. La logica stessa, infatti, delle discipline umanistiche implica la compresenza di valori etico-estetici, che devono rinvenirsi non soltanto nella sfera apprenditivo-cognitiva dei discenti, ma anche in quella metacognitiva congruente all’educazione permanente dell’individuo e della sua formazione integrale.

“In primis” il docente dovrà avviare un discorso con i discenti per conoscere i loro itinerari culturali, le loro motivazioni ed attese.

Si darà inizio così ad uno “spazio parlante” e la forma dialogica indurrà il docente stesso ad interagire con gli alunni, che diventeranno, in tal modo, soggetti dei complessi processi didattico-formativi.

Questo primo momento, che reputo ineludibile per l’armonico svolgimento degli obiettivi cognitivi coniugati a quelli trasversali, diventerà allora anche propedeutico per la realizzazione di situazioni didattiche che gli alunni dovranno affrontare.

Nasce, indi, l’esigenza di creare come premessa dell’azione didattica un “exemplum” dello studio letterario come esperienza di vita vissuta e di possibili autonome interpretazioni.

Premesso quanto innanzi, attraverso un’attenta analisi dei testi (la centralità del testo dovrà essere sempre il fondamento di ogni indagine letteraria), seguendo i criteri della critica moderna e la lezione di Husserl, che invita a leggere l’opera letteraria “nella sua unità sistematica, ma non dogmatica”, il docente educherà i discenti al concetto di polisemia culturale, alla configurazione delle categorie spazio-interno/esterno—tempo-interno /esterno, alla decodificazione del testo letterario sul piano denotativo e su quello connotativo.

Le analisi testuali per una maggiore efficacia interpretativa e, per esigenze anche di comprendere il mondo letterario in forma polivalente, dovranno essere trasferite al livello intertestuale e metatestuale con l’apporto di altre discipline (filosofia, storia, storia dell’arte) nella dimensione sincronica ed in quella diacronica.

Lo studio della letteratura, in fondo, deve educarci al motto cicerioniano “ad unum convertere studium”.

Il che sembra emblematizzare la necessaria coincidenza fra filologia e filosofia, tra ragioni proprie del letterato e del suo lettore, tra lingua scritta e suo significato logico-argomentativo e/o evocativo e/o antropologico-sociale.

Tutte queste componenti, che ho accennato sommariamente, ripropongono molteplici forme di indagini critiche sul campo epistemologico e su quello meramente linguistico. Sarà cura dell’insegnante offrire agli alunni gli strumenti necessari utilizzabili per la comprensione del testo nella sua autenticità ed interezza.

In primo luogo occorre proporre il problema della lingua, come “sistema comunicativo” ed analizzare l’atto linguistico all’interno del processo letterario in una prospettiva storico-comparata, come peraltro viene suggerito dalla recente critica al riguardo e dalle indicazioni ministeriali, concernenti l’insegnamento della Letteratura Italiana negli Istituti secondari di primo e secondo grado.

Ma il discorso, fin ora esposto, potrebbe apparire arido, se alle competenze senz’altro necessarie ed irrinunciabili ed al sicuro dominio degli strumenti critico-filologici, non corrispondesse una motivazione personale, oserei dire un coinvolgimento esistenziale nell’interpretazione dei testi, nell’autonoma capacità di leggerli, contestualizzarli, però, sempre attraverso corretti paradigmi metodologici e con l’osservanza agli aspetti formali, strutturali, linguistici.

Tale organigramma propedeutico avrebbe, pertanto, come obiettivo non solo lo sviluppo delle competenze nella sfera cognitiva, ma soprattutto sarebbe finalizzato alla logica stessa dell’insegnamento della letteratura italiana e al suo profondo significato traducibile nella crescita globale personale.

Il che, in ultima analisi, dovrebbe commutarsi in momento paradigmatico, da essere rivissuto dagli alunni nella loro futura esperienza di vita.

Che forse l’insegnamento tramandato da Carlo Bo “identità letteratura-vita” non è da intendere sempre come normante di ogni processo cognitivo-apprenditivo dello studio della Letteratura Italiana?

Che l’analisi del testo ci riconduce anche alla sfera della psicologia cognitiva e quindi all’interiorizzazione di chi si appresta allo studio letterario è fatto conclamato dalla critica recente e pertanto lo studio letterario, sempre più intrinseco alla vita di ognuno di noi, deve essere rivisitato in forma personale.

A tal fine si indicano forme di strategie didattiche di tipo euristico, che hanno una valenza preponderante nella formazione degli studenti, che impareranno soprattutto a “saper essere”.

Per quanto riguarda i fondamentali aspetti tecnico-formali, congiuntamente agli aspetti della psicolinguistica, non si devono neglegere nell’analisi del testo le relazioni logico-semantiche all’interno del testo stesso, la loro coerenza e coesione.

Obiettivo finale dell’interpretazione del testo, da riproporre in chiave didattica, sono l’analisi formale e la contestualizzazione. La riflessione linguistica, come quella letteraria dovrà partire dai testi, attraverso i quali si attualizza il funzionamento della lingua congiunto al processo letterario. Si affronterà, conseguentemente, lo studio della “grammatica del testo” in forma polisemica.

Letteratura, scrittura, comunicazione, grammatica logica del testo devono afferire ad una unitarietà di tecniche metodologico-critiche per riproporre categorie logiche, strutture del discorso, abilità argomentative, che sono proprie dell’uomo e che solo la letteratura può comprende compiutamente

E’ chiaro che a tal punto gli studiosi parlano di “interiorizzazione linguistica”. Questo concetto, che appare astratto nella sua formulazione, può diventare autentico se rivissuto nelle forme, che ho appena accennato e se riferito agli utenti (alunni, interlocutori, lettori). Ancora una volta, quindi, un’ipotesi critica rimanda ad una strategia didattica.

Sul piano didattico, inoltre, il problema della lingua diventa trasversale (altro fondamentale obiettivo didattico) e supporta un metalinguaggio d’uso nel discorso formale. Essendo, inoltre, il linguaggio in rapporto con il pensiero, la sua corretta conoscenza diventa componente fondamentale per un percorso interdisciplinare, pluricomprensivo. variabile in registri, sottocodici, in diversità geografiche, diatopiche.

Ritengo che questi aspetti dovranno essere affrontati puntualmente nel corso dell’insegnamento per correlarli ad uno studio attento della Letteratura Italiana ed ad una corretta strategia didattica. Pregressa questa enunciazione generale e che potrebbe sembrare proposta in astratto, mi permetto di indicare alcune linee programmatiche in modo più specifico:

Educazione alla letteratura.

Educazione del giovane all’apprendimento della libertà individuale attraverso lo studio della letteratura.

Necessità di non sottoporre il giovane all’autoritarismo didattico.

Processi culturali

Strategie didattiche finalizzate alla lettura di un testo letterario- AUTORE-OPERAZIONE DI COMPRENSIONE- COMUNICAZIONE-INTERPRETAZIONE-



Secondo Alter i processi della lettura consistono nel godimento di una complicità tra autore e lettore.

“In primis” non si può prescindere dal senso letterale che deve essere correlato in rapporto alla coerenza testuale.-Bisogna difendere il testo da fini estranei di tipo ideologico od altro. Alla domanda di Focault “qu’est ce que l’auteur?” o alle affermazioni di Eliot, che nell’economia della lettura, analizza i momenti differenti: la trama per i più semplici, il personaggio per i lettori più riflessivi, che ne intuiscono il conflitto ed infine “le parole e la costruzione delle parole” per i più inclini alla lettura,” possiamo concludere con le parole di U.Eco in “Lector in fabula”, che definisce il testo”, una macchina pigra che lascia al lettore una parte del suo lavoro. “Sarà, infatti, precipuo compito del docente fare muovere questa “macchina pigra” in percorsi prodromici a quelli didattici.



AVANTESTO E MONDI POSSIBILI

Secondo Iser il testo rappresenta un effetto potenziale che viene realizzato nel processo di lettura.

La teoria della comunicazione può essere costruita su due poli complementari; da una parte il testo ed il lettore, dall’altra l’orizzonte di attesa, che stigmatizza la complicità tra autore e lettore e vede la lettura come generatrice di piacere e curiosità.

Il discorso, pertanto, fondamentale dell’insegnamento della letteratura italiana deve rapportarsi al concetto di testualità.

Come si può leggere e commentare un testo ed in particolare, urgendo sempre più nello studio della letteratura italiana una peculiare attenzione al presente, un testo del 900?

Seguendo la lezione del Lotman , che invita alla comprensione plurivoca del testo in rapporto ai registri linguistico-formali, all’intertestualità culturale, alla sua coerenza strutturale e alla legge costruttiva del testo stesso, che ne determina la sua unicità ed individualità:, si affronterà l’analisi testuale accogliendo, altresì la tesi dello Sterne, che indulge anche a motivazioni didattiche insistendo sul coinvolgimento dell’immaginazione del lettore.

Da qui la funzione sociale della scuola, che deve svegliare nei giovani attività produttiva ed efficace



LIVELLI DEL TESTO.

Fabula (ordo naturalis) intreccio (ordo arificialis). L’insieme dei livelli concorre al problema della realizzazione artistica..

I livelli morfosintattici-stilistico-fonico-timbrici sono la semantizzazione del contenuto e danno al lettore la possibilità di comprendere anche il respiro lirico e/o ideologico dell’opera.

Il rapporto tra i vari livelli formali è la legge del testo

A questo punto, però, è necessario porre l’attenzione ad un uso non discriminato del testo.

L’educazione letteraria, invero, deve essere fondata sulla “centralità del testo” di cui è tenuta a curare tutti i livelli di interpretazione sul piano denotativo e su quello connotativo.



STRATEGIE INTERPRETATIVE

La critica semiotica predilige il problema di complicità tra autore e lettore che appare più redditizio per il concetto di centralità del lettore.

Nella scuola, invece, è necessario avviare una spirale infinita di interpretazioni.

Nel corso delle lezioni, pertanto, si dovrà procedere ad interpretazioni critiche diversificate, purchè corrette e coerenti sul piano filologico-testuale.

.

TRE OPERAZIONI FONDAMENTALI

1.Operazione dell’autore

2.Operazione del testo

3.Operazione del lettore.

In quest’ottica si deve anche tenere presente il fenomeno del mutamento nella dimensione storica anche nella sua connotazione antropologica..

Si sente la necessità di rivisitare alcune opere, di effettuarne la rilettura (si ricordino le opere di Pirandello, Levi, Gadda, Fenoglio ed altri) nel contesto socio-culturale filtrato attraverso la sensibilità dell’autore.



IL PROBLEMA DELLA LINGUA
LINGUA LETTERARIA-RAPPORTO TRA LINGUA E DIALETTO.
In Italia coesiste una varietà linguistica: ne deriva che un testo letterario è plurivoco, pluridiscorsivo

Attraverso i testi, seguendo gli insegnamenti degli studiosi più accreditati, si dovrà scoprire la ricchezza e la varietà della lingua italiana, rispetto al linguaggio standardizzato dai mass-media, e questa lezione dovrà essere trasmessa sul piano didattico.

Seguendo l’ideologia marxista sappiamo che il linguaggio non può essere separato dall’ideologia perché ne è lo strumento principale.

I contributi più significativi al riguardo ci vengono offerti da Dionositti che con la sua opera: (“Geografia e storia della letteratura italiana”) ci svela un panorama della letteratura italiana letto in chiave non solo storica, ma anche antropologica e sociolinguistica e dagli approfonditi studi di Bachtin.

Quest’ ultimo, in particolare, accentua la sua attenzione sul concetto di eteroglossia, secondo il quale, nel testo si mettono in gioco una moltitudine di voci sociali e le loro espressioni individuali

.Al concetto di eteroglossia si lega quello di dialogia nel momento in cui le voci linguistiche diversificate interagiscono socialmente.

A questo punto Bachtin opera una svolta concettuale nella sua indagine critica ed afferma “il monologo non è più possibile, nella realtà tutto è dialogico.”

.In quest’ottica lo stesso Bachtin analizza “Il partigiano Jonny” di Fenoglio, che connotandosi con un’ideologia partigiana, ha una plurivoca componente stilistica afferente all’ideologia e alla rappresentazione storico-critica-sociologica della realtà narrata in forma dialogica.

Per quanto riguarda la critica stilistica ci appare illuminante il pensiero di Barberi Squarotti all’interno del saggio su Auebarch “l’autentica critica stilistica consiste nel prendere coscienza attraverso le strutture fondamentali dello stile della posizione interpretativa della realtà assunta dallo scrittore e riferibile, per esatto prolungamento storico, entro la stessa struttura.linguistica”.

Nel campo didattico questo presupposto teorico è da collegare agli elementi fondanti dell’educazione e dello studio della letteratura in generale.



MODELLI DI LETTURA E TEORIA DEI TESTI
La lettura dei testi deve tener conto delle differenti tipologie di registri, codici linguistici, generi e categorie, cui il testo stesso si riferisce.

E’ da rilevare, inoltre, che negli istituti secondari di istruzione secondaria gli alunni si imbatteranno in testi diversificati per discipline: dalle letterature classiche a quella italiana, a quella straniera, dalla storia alla filosofia, alla storia dell’arte.

Nel rispetto delle categorie di pensiero e dei codici e dei registri linguistici, riferibili ad ogni scritto d’autore, è assolutamente necessario che i docenti delle varie discipline adottino e concordino unitarietà di tecnologie didattiche per la lettura e l’interpretazione dei testi.

Gli studi recenti, relativi alla teoria dei testi e ai modelli di lettura, devono costituire un fondamento irrinunciabile per tutti quanti i docenti dell’ambito umanistico.

Se, invero, ci addentriamo nello studio della teoria dei testi, ci accorgiamo che questa disciplina, nata nel novecento, si presenta come la legittima erede delle poetiche e degli studi retorici tradizionali, riconducibili, però, ad un discorso plurale, che costituisce un sistema dinamico, in cui convergono storia, filosofia e semiologia del linguaggio.

Da questa premessa si deduce che nel corso dell’attività didattica è necessario volgere peculiare attenzione al modello di lettura in senso paradigmatico per consentire l’approccio al testo sia esso di carattere filosofico che storico e/o letterario.

A tal fine sarà irrinunciabile l’adozione del metodo filologico, che permetterà, altresì, l’incontro con i testi classici ed il loro ri-uso negli autori della letteratura moderna e contemporanea.

Ci si avvarrà dell’insegnamento di G.Pasquali, che così si esprime in (Storia della tradizione e della critica del testo-Le Monnier-Firenze-1962): “in primo luogo sono convinto che almeno nelle scienze dello spirito non esistono discipline severamente delimitate, “scomparti”, ma solo problemi che devono essere desunti dalle più varie discipline”.

La filologia dovrà, pertanto, essere il nucleo fondante di ogni modello di lettura sia per quanto riguarda i testi classici che quelli moderni, anche di carattere storico-filosofico, per meglio comprendere i processi intertestuali e metatestuali.

A livello esemplificativo si potranno presentare modelli di lettura dell’età classica da comparare agli autori moderni o contemporanei per risalire agli archetipi letterari e al loro ri-uso con contesti diversi e con conseguenti meccanismi linguistici differenziati.

“In fieri”, nell’attività didattica, si indulgerà verso un discorso di lettura diacronica, che implicherà, altresì, un’interazione tra letteratura, storia, filosofia.

Seguendo l’insegnamento di Barberi Squarotti, sarà obiettivo fondamentale dell’educazione alla lettura del testo quello di superare l’“hiatus” fra l’attuale ideologia della storia ed i metodi di indagine strutturale della letteratura ai fini del “riconoscimento del movimento parallelo e diverso che storia e letteratura compiono nella loro indagine con i loro specifici strumenti di sondaggio e di illuminazione dei fenomeni umani”

La lezione di Barberi Squarotti, che propone “strumenti di sondaggio e di illuminazione dei fenomeni” potrà essere strumentale nella dinamica curriculare anche per l’analisi di testi filosofici.

Per quanto concerne gli aspetti attuativi, pregressa l’ottica filologica, docenti ed alunni focalizzeranno l’attenzione sulle tecnologie critiche concernenti l’analisi del testo, proposte dal formalismo russo, per adire a modelli o ipotesi scientifiche e per spiegare come certi effetti estetici sono prodotti da determinate tecniche letterarie.

Ma se lo studio del formalismo russo è ineludibile, nel prosieguo dell’educazione alla lettura testuale, sarà necessario adire alle teorie post-strutturalistiche, nell’intento di superare quell’iato, cui accennava Barberi Squarotti, per adottare un discorso plurale nei modelli di lettura dei testi, in considerazione anche del fatto che l’insegnamento si rivolge a tutto l’ambito disciplinare umanistico.

Sarà opportuno, allora, improntare i modelli di lettura secondo sistemi dinamici per riferirlo, giusta la definizione di Jacobson , ad un “dominante”, che nel 1935 l’autore ha definito come componente-chiave,che regola, determina e trasforma tutti gli altri elementi insiti nel testo..

Il concetto di “dominante”, inoltre applicato ai modelli di lettura dei testi, offrirà agli alunni l’opportunità di leggere testi di diverse tipologie sia di carattere letterario che storico e/o filosofico in un sintagma paradigmatico.

Lo studio attento delle più recenti ed accreditate teorie dei modelli di lettura del testo e della semantica, dal post-strutturalismo alla critica fenomenologia di Husserl, dovrà concludere il processo di formazione per l’acquisizione di strumenti critici da parte degli alunni.

Superato, infatti, anche nel campo linguistico la teorizzazione di “langue” e “parole” di stampo saussurriano, i discenti, opportunamente guidati dai docenti, seguendo l’insegnamento di R..Barthes, applicheranno nei modelli di lettura dei testi la più ampia e comprensiva teoria delle “formazioni discorsive”.

Si supererà, in tal modo, l’errore in cui era incorsa la scuola del formalismo russo, secondo la quale si ambiva ad interpretare tutte le storie del mondo in una sola struttura.

La teoria delle “formazioni discorsive”, inoltre. indurrà gli alunni a non considerare nei modelli di lettura Oggetti e Soggetti in mondi separati.Secondo questa concezione, infatti, ogni cosa “è sempre in processo”, persino lo stesso soggetto.

Il che, oltre ad essere funzionale al concetto oggi irrinunciabile di polisemia culturale, darà la possibilità di sviluppare un’ottica unitaria nella lettura diversificata per genesi e tipologia, dalla letteratura classica a quella moderna e contemporanea, dalla filosofia alla storia.

In ultima analisi, per dirla sempre con Barthes, finalità precipua sarà l’incentivazione “al piacere del testo”, conseguente al fatto che “i testi non vanno letti, ma interrogati”.

Gli aspetti teorici, sommariamente suesposti, congiuntamente a tutta la correlata indagine di tipo semiologico-linguistica, dovrà essere suffragata da un’oculata lettura dei testi, svolta, oltre che con metodo filologico, nei “modi possibili”di interpretazione intertestuale e metatestuale.



Salvatore Coico
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Visto che quest'articolo è stato citato...

Scritto da: phiradas 16/01/2006 20.25
Voler fare una descrizione psicologica sulla base di un solo tratto della gestualità di una persona può essere fuorviante.


Non mi pare ci sia solo quello nella mia analisi.


Scritto da: phiradas 16/01/2006 20.25
Quello stesso abbassare lo sguardo, che poi non mi sembra affatto un modo caratteristico della gestualità di Lorena,


Facci caso, lo fa spesso.
Come appoggiare un piede sul tacco mentre parla.


Scritto da: phiradas 16/01/2006 20.25
può denotare anche semplicemente la volontà di dare enfasi a ciò che si sta dicendo in quel momento, un voler essere assertivi, come a volte fanno gli oratori.


Assolutamente no. Qualsiasi oratore "assertivo" sa che deve tenere voce e testa alta.
Al limite, potrebbe voler comunicare enfasi sulle note tristi, insomma, classica tv del dolore.


Scritto da: phiradas 16/01/2006 20.25
Può indicare che la persona vuol scegliere le parole più adatte, la frase più incisiva per commentare un fatto.


Appunto [SM=x44600]
Trovandosi in difficoltà o in imbarazzo.


Scritto da: phiradas 16/01/2006 20.25
Oppure semplicemente che si sta facendo mentalmente una ricapitolazione per tirare le somme del discorso.


Appunto! Denota insicurezza e studio.
Nel senso che "tocca a lei" l'aggiungere enfasi (costruita).


Scritto da: phiradas 16/01/2006 20.25
Che è un discorso a più voci, tante quanti sono i personaggi che prendono parte al programma, e compito della conduttrice è appunto quello di tenere le fila del discorso, e non sostenere più o meno credibilmente una parte, recitando più o meno bene.


Tenere le fila del discorso implica avere una parte.
Senza contare che spesso ella lo indirizza, il discorso, facendo letteralmente da spalla, porgendo le battute in forma di domanda.


Scritto da: phiradas 16/01/2006 20.25
La Bianchetti non "finge di improvvisare" come dice la Rangeri perchè non è il suo compito.


Ma perchè dici questo? [SM=x44605]
Esiste un vero e proprio copione, comprensivo di scaletta di argomenti e battute!
Lei la rispetta come tutti lì dentro!


Scritto da: phiradas 16/01/2006 20.25
Sarebbe opportunistico il voler portare avanti il proprio lavoro accettando quello che offre oggi il panorama della comunicazione?


Certo che si e tu non mi hai risposto.
Non so che lavoro tu faccia e neanche lo voglio sapere, ma poniamo che tu faccia il commercialista.
Lavoro onestissimo.
In questa veste, faresti una cosa che reputi incivile?


Scritto da: phiradas 16/01/2006 20.25
Se oggi il reality è il genere trainante in televisione non mi sembra ciò essere imputabile alla Bianchetti.


No, ma HA SCELTO di farne parte. Non stava bene dove stava?


Scritto da: phiradas 16/01/2006 20.25
Ciò che risulterebbe davvero cinico sarebbe il voler sfruttare strumentalmente pervertendoli ulteriormente i meccanismi della tv attuale, un eventuale abuso del mezzo, come fanno molti suoi colleghi/e, di certo non lei.


Ah, un teatrino del genere non è abuso del mezzo... [SM=x44605]
Non c'è proprio limite.


Scritto da: phiradas 16/01/2006 20.25
Invece il programma, per quanto criticabile, è altra cosa da quando c'è lei alla conduzione, e se ho sottolineato che anche lo share è aumentato era per porre in evidenza che l'equazione trashitudine=ascolti non è necessariamente vera.


Mi sfugge la considerazione.
Assunto che lo share non è sintomo di qualità e neanche del suo opposto, perchè l'hai citato?
Quel programma è trash a prescindere da questo. Se lei ha incrementato gli ascolti di quel programma, è perchè, evidentemente, sa fare bene del (o sta bene nel) trash [SM=x44598]


Scritto da: phiradas 16/01/2006 20.25
Di fronte alla difficoltà di creare nuovi generi e rinnovare la tv attuale ben vengano volti nuovi come la Bianchetti che con la loro freschezza e schiettezza quantomeno destrutturano la tendenza al cinismo di cui sopra.


[SM=x44607]
Fresca?
Schietta?
A me pare la prima delle ciniche.
Carrierista, come la D'Amico.


Scritto da: phiradas 16/01/2006 20.25
La Rangeri pone molta enfasi nel sottolineare il contrasto tra il vecchio look e quello attuale, e non puoi negare che con ciò intende avvalorare l'idea di un personaggio opportunista, sostanzialmente inautentico.


Chi vuole negare? L'ha detto e io l'appoggio pure!
Di cos'altro stiamo parlando? [SM=x44613]


Scritto da: phiradas 16/01/2006 20.25
Voler criticare qualcuno sulla base del guardaroba mi sembra frutto di un modo di pensare antiquato, a meno di non pensare che la Rangeri stia solo fingendo di scandalizzarsi per mero artificio retorico. Possibile che non la sfiori l'idea che una sceglie l'abito in funzione dell'occasione, in palestra ci va in tuta, a una serata di gala in abito di gala...


Ma non è solo questione di guardaroba.
Innanzitutto è questione di cambio di immagine, ma anche il programma è quello che è: come lo vedi tu che è una schifezza, lo vede anche lei. Il cambio d'immagine non è causa o base, ma effetto.


Scritto da: phiradas 16/01/2006 20.25
Ad ogni modo non ritengo che L B sia falsa e che avrebbe dovuto rifiutare l'offerta di fare quel programma perchè il punto non è se quella rappresentazione ad opera di attori che si svolge in uno studio televisivo sia dannosa o meno in sè, ma nella misura in cui viene percepita come reale dal pubblico.


Secondo me non è così, ma ammettiamo.
Secondo te viene percepito come vero o falso dal suo auditorio?
Soprattutto, come viene vissuto dai suoi spettatori?


Scritto da: phiradas 16/01/2006 20.25
Se gli si spiega con sovraimpressioni e annunci espliciti che si tratta di una recita, un pubblico minimamente avvertito dovrebbe comprendere che si tratta di finzione e che il programma altro non è che una sorta di psicodramma.


Ogni programma ha il suo pubblico.
Quel programma è morboso per gente che cerca la morbosità.
C'è chi non lo capisce (stai sicuro) e chi non vuole minimamente capirlo. Sono proprio quelli che lo guardano quotidianamente.


Scritto da: phiradas 16/01/2006 20.25
Se non lo fa, se non ha gli strumenti critici per farlo, è perche è intontito, perche dall'altra parte trova sempre e solo programmi che, a prescindere dal contenuto intrinseco di verità scoraggiano ogni attitudine al pensiero critico.



Quello della Bianchetti è il peggiore del lotto. Complimenti. [SM=x44619]

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Più lo si invoca, meno ce n'è

"La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo".
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Re:

Scritto da: aulo2003 16/01/2006 21.46
Và meglio così? [SM=x44617]


No.

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Re: Visto che quest'articolo è stato citato...

Scritto da: Dottor Slump 16/01/2006 21.52


...





§


Abbassano lo sguardo mentre parlano molte categorie di professionisti, come ad esempio gli avvocati. Che poi si appoggi sul tacco è una cosa molto naturale, che fanno spesso le donne che parlano in pubblico. Penso sia una prerogativa femminile.

§


Un oratore può essere "assertivo" anche non guardando direttamente il suo interlocutore, in quanto ciò denota sicurezza di sè.

§


Non fa tv del dolore perchè questa espressione si addice a chi tratta con tono lacrimatorio storie vere, come fanno spesso per es. alla "Vita in diretta". Le storie che tratta lei sono inventate, tutt'alpiù verosimili. E non ho mai notato un'enfasi nel senso di voler accentuare i passaggi più compassionevoli delle storie, il suo tratto caratteristico è, al contrario, il sorriso.

§


il voler trovare le parole adatte denota amore per la precisione e rispetto dell'interlocutore, non necessariamente imbarazzo o studio.

§


So bene che esiste un copione, tanto è vero che lei ne ha sempre uno in mano come tutti i conduttori. Anche loro recitano una parte? I compiti sono distinti, lei non deve avere una parte, ma condurre il programma, e ciò implica, per definizione, "tenere le fila del discorso". Tutt'alpiù mostra una sorta di partecipazione empatica ed emotiva alle storie che vengono recitate dagli attori, come accade quando si assiste alla proiezione di un film. Ma i ruoli restano distinti.

§


Se lei reputasse davvero che si tratta di un programma "incivile" come tu dici, sarei il primo a criticarla.
Ma lei è subentrata nella conduzione quando già era venuto alla luce che, contrariamente a quanto si voleva far credere in un primo momento, le persone che partecipavano erano semplici figuranti.
Il fatto che questo oltre ad essere risaputo è detto esplicitamente cambia completamente l'impostazione del programma e cambia il senso del lavoro di chi lo conduce.

§


Parlando dell'equazione trash=ascolto intendevo dire che il caso in esame dimostra che per fare ascolti più alti non necessariamente si deve aumentare il cattivo gusto di un programma; e a mio giudizio con la conduzione della Bianchetti il programma è migliorato qualitativamente.

§


Ora la Bianchetti sarebbe anche carrierista? Basta guardare il suo curriculum per invalidare quest'affermazione. Se lo fosse davvero avrebbe scelto altre strade, altri percorsi.

§


Una percentuale di pubblico che ama questo tipo di programmi ci sarà sempre, e allora è meglio affidarli a persone come L B che una certa coscienza professionale ce l'hanno piuttosto che ad altri.

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Visto che quest'articolo è stato citato...

Scritto da: phiradas 17/01/2006 0.07
Abbassano lo sguardo mentre parlano molte categorie di professionisti, come ad esempio gli avvocati.


Gli avvocati, a volte, si atteggiano a cogitabondi, perchè vogliono che le loro sembrino riflessioni pesate e con basi solide. Ma quando devono raccontare, guardano negli occhi e puntano spesso col dito in senso rafforzativo.
In ogni caso, anche loro sono attori.


Scritto da: phiradas 17/01/2006 0.07
Che poi si appoggi sul tacco è una cosa molto naturale, che fanno spesso le donne che parlano in pubblico. Penso sia una prerogativa femminile.


Assolutamente no, perchè lo fa mentre guarda a terra.
E' un po' come tamburellare col dito, è indice di nervosismo e serve a distrarre innanzitutto se stessi, ma anche gli altri.


Scritto da: phiradas 17/01/2006 0.07
Un oratore può essere "assertivo" anche non guardando direttamente il suo interlocutore, in quanto ciò denota sicurezza di sè.


Falso.


Scritto da: phiradas 17/01/2006 0.07
Non fa tv del dolore perchè questa espressione si addice a chi tratta con tono lacrimatorio storie vere, come fanno spesso per es. alla "Vita in diretta". Le storie che tratta lei sono inventate, tutt'alpiù verosimili. E non ho mai notato un'enfasi nel senso di voler accentuare i passaggi più compassionevoli delle storie, il suo tratto caratteristico è, al contrario, il sorriso.


Ma scusa, basta leggere la sua intervista, dove dice che chi critica il programma non ha rispetto per il dolore.
Ergo, lei stessa dà una valenza reale (anche se "traslata") a ciò che si racconta in trasmissione (a parte l'evidente divagazione per non affrontare chiaramente la domanda).


Scritto da: phiradas 17/01/2006 0.07
il voler trovare le parole adatte denota amore per la precisione e rispetto dell'interlocutore, non necessariamente imbarazzo o studio.


Più preciso di un copione: basta mandarlo a memoria!
Il suo è semplice imbarazzo.


Scritto da: phiradas 17/01/2006 0.07
So bene che esiste un copione, tanto è vero che lei ne ha sempre uno in mano come tutti i conduttori. Anche loro recitano una parte?


Dai Phi, per piacere...
Carlucci, Venier, chi vuoi tu, vanno spesso a braccio, nonostante abbiano dei testi piuttosto precisi. Fa parte del Varietà.
La Bianchetti non fa varietà, mette in scena una recita di cui fa parte come "spalla" e come "narratrice".
L'irrealtà sta solo nelle scritte, lei tratta tutti come personaggi veri.


Scritto da: phiradas 17/01/2006 0.07
Se lei reputasse davvero che si tratta di un programma "incivile" come tu dici, sarei il primo a criticarla.
Ma lei è subentrata nella conduzione quando già era venuto alla luce che, contrariamente a quanto si voleva far credere in un primo momento, le persone che partecipavano erano semplici figuranti.


Anche qui, ho già spiegato perchè non sono d'accordo, ma ammettiamolo, senza concederlo.
Sarebbe ancora peggiore la sua figura, in quanto "crede" nel valore di un programma tra i più (se non IL più) trash della tv.
Evidentemente, io la reputo un po' più intelligente di quanto la reputi tu con questa considerazione.


Scritto da: phiradas 17/01/2006 0.07
Il fatto che questo oltre ad essere risaputo è detto esplicitamente cambia completamente l'impostazione del programma e cambia il senso del lavoro di chi lo conduce.


No.


Scritto da: phiradas 17/01/2006 0.07
Parlando dell'equazione trash=ascolto intendevo dire che il caso in esame dimostra che per fare ascolti più alti non necessariamente si deve aumentare il cattivo gusto di un programma; e a mio giudizio con la conduzione della Bianchetti il programma è migliorato qualitativamente.


Io ripeto: la Bianchetti è più abile della Perego e della D'Eusanio a far funzionare un programma trash.
La domanda è: questo è un merito? [SM=x44607]


Scritto da: phiradas 17/01/2006 0.07
Ora la Bianchetti sarebbe anche carrierista? Basta guardare il suo curriculum per invalidare quest'affermazione. Se lo fosse davvero avrebbe scelto altre strade, altri percorsi.


Tipo?
A me pare, invece, molto opportunista a partire dal curriculum


Scritto da: phiradas 17/01/2006 0.07
Una percentuale di pubblico che ama questo tipo di programmi ci sarà sempre, e allora è meglio affidarli a persone come L B che una certa coscienza professionale ce l'hanno piuttosto che ad altri.


Ripeto anche che questa "coscienza" io non la vedo. Ma sono sensibilità diverse e quindi non discutiamone più.

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Ma chi vi costringe a guardare un programma che non vi piace.
Capisco la critica che viene pagata.
Mah! [SM=x44617]
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Re: Visto che quest'articolo è stato citato...

Scritto da: Dottor Slump 17/01/2006 0.45

...






Probabilmente le varie critiche che vengono mosse al programma derivano dal fatto che ha conservato di fondo l'impostazione di partenza, vale a dire la pretesa di narrare storie autentiche.

Quelle che possono apparire rigidità, forzature, mancanza di credibilità, discendono dal fatto che, a differenza che nei talk-show tradizionali non si può andare liberamente "a braccio" ma occorre seguire in qualche modo obbligatoriamente una traccia narrativa. Il raffronto con le varie Venier e Carlucci è quindi insostenibile.

Che oltre a questo ci possano essere a volte delle carenze nella recitazione o di regia, o che la colpa sia da addebitare anche agli autori, non vedo di cosa si debba far carico alla conduttrice.
Pertanto le accuse di falsità che le vengono mosse dalla Rangeri e che fai tue ("falsa e cortese, naturalmente fingeva di appassionarsi al dramma") sono del tutto gratuite. Sarebbe come dire che il teatro o il cinema sono falsi.

Probabilmente i'autrice del pezzo per dovere d'ufficio ha visto una sola puntata, traendone solo quegli argomenti di critica che potevano venire utili alla sua tesi un pò ad effetto.
L'articolo della Rangeri, col dovuto rispetto, è anche poco coeso dal punto di vista logico, perchè in sostanza le critiche che muove ora sono le stesse che potevano muoversi alle passate edizioni, il ruolo della conduttrice è rimasto immutato.
Dopo aver preso l'abbrivo sul punto della pretesa incoerenza e del trasformismo della Bianchetti l'articolo finisce presto nelle secche.Ad un certo punto sembra che il programma sia tracimato verso il peggio per opera della nuova conduttrice, ma non si capisce bene quale sia la sua colpa, a parte il fatto di essere, come ritiene l'autrice, "falsa e cortese" (giudizio morale).
Se la nuova conduttrice non si chiamasse Bianchetti e non avesse il suo passato professionale forse sarebbe mancato lo stimolo a scrivere un articolo come questo.

Per quanto riguarda gli ascolti, il fatto che siano aumentati non è di per sè un merito, ma neanche una ragione di demerito. Altrimenti dovremmo postulare che tutto ciò che in termini di ascolti supera una certa soglia è rappresentato solo da pubblico che ama il trash.

Io non penso che Lorena "crede" nel valore del programma, semmai crede in altro. Di certo non fa offesa alla sua intelligenza se crede nel suo lavoro. E condurre un programma come questo rientra nel suo lavoro, cosa c'è di male?

Concordo sul fatto che esistono sensibilità e gusti diversi, e ciò è tanto più vero quando si esprimono giudizi di carattere personale.


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Re:

Scritto da: piccoletty 17/01/2006 3.13
Ma chi vi costringe a guardare un programma che non vi piace.
Capisco la critica che viene pagata.
Mah! [SM=x44617]




Guardo quel tanto che basta per apprezzare la conduttrice. [SM=x44598]



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17/01/2006 15:57
 
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Stà di scussione sull'articolo della Rangeri e relativa esegesi dell'esegesi è francamente sconcertante. De gustibus... [SM=x44613] [SM=x44613]
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Re:

Scritto da: aulo2003 17/01/2006 15.57
Stà di scussione sull'articolo della Rangeri e relativa esegesi dell'esegesi è francamente sconcertante. De gustibus... [SM=x44613] [SM=x44613]


Chi ti costringe a dibattere seriamente? [SM=x44613]
Continua pure a dire che è una meravigliosa creatura, a me non dai fastidio... [SM=x44614]

Al commento della nostra amica di prima, che mi aspettavo già da un po' da aprte di qualcuno, posso solo dire che:
- le cose si guardano prima di criticare, nel bene o nel male.
- capita di vedere anche cose brutte perchè sono espressione della nostra società e noi siamo animali sociali, viviamo tra gli altri, anche spettatori di quella robaccia. "Ignorare" porta all'ignoranza e io voglio conoscere quello che non so, anche se non mi piace.
Comunque ho osservato, mi sono fatto le mie convinzioni e di certo non lo guardo più. [SM=x44605]

Phi, infatti l'ho detto che non c'è confronto con la Carlucci, sei tu che hai tirato fuori "le conduttrici" in generale. [SM=x44603]
Comunque, va bene così [SM=x44604]

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Alcune fresche immagini con frangetta sbarazzina e décolleté in vista. [SM=x44620]









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