Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Roma Film Fest 2012

Ultimo Aggiornamento: 11/11/2012 20:31
Autore
Stampa | Notifica email    
18/10/2012 02:53

Inaugura il tagiko, giallo Tarantino il Roma Film Fest secondo Müller

Se il tono di una kermesse cinematografica si giudica dal film d'apertura, allora gli amanti di Hollywood, del glamour e del tappeto rosso hanno poco da stare allegri: la settima edizione del Roma Film Fest, il festival cinematografico della capitale, prima dell'era Marco Müller, si inaugura con una pellicola russa intitolata Aspettando il mare, diretta dal tagiko Bakhtar Khudojnazarov. Rigorosamente in anteprima mondiale, come il nuovo direttore aveva promesso; ma non di quelle capaci di attirare orde di paparazzi o folle in ansiosa attesa di autografi. E forse nemmeno i cinefili che puntano sulla presenza di grandi autori già ampiamente riconosciuti, i maestri più riveriti della settima arte.
Chiarito questo, va detto che il festival romano riveduto e corretto -in programma dal 9 al 17 novembre, in una città sconvolta dagli scandali alla regione Lazio - punta soprattutto sulla presenza di un personaggio che qui, paradossalmente, non porterà film: Quentin Tarantino. Ma lui, assicura Müller, in qualche modo sarà presente; non fornisce però ulteriori dettagli, scatenando una ridda di ipotesi. La più probabile è quella di un arrivo post-festivaliero il prossimo gennaio, per presentare il suo Django Unchained; e c'è chi invece scommette su una sua breve trasferta nei giorni della manifestazione, magari con un'anteprima di qualche minuto.

Il resto, verrebbe da dire, è solo Italia. A cominciare dai tre titoli in concorso, ampiamente annunciati dai rumors della vigilia: Il volto di un'altra di Pappi Corsicato, con Alessandro Preziosi e Laura Chiatti, in cui - almeno a giudicare dal trailer, che il nostro sito vi offre in anteprima esclusiva 2 - il regista napoletano riprende temi e atmosfere che ricordano il primo Almodovar; E la chiamano estate di Paolo Franchi, con una Isabella Ferrari in versione, a quanto si dice, piuttosto hot; e Alì ha gli occhi azzurri, opera seconda di Claudio Giovannesi, che come fa intuire il titolo affronta temi legati alla contemporaneità italiana.

E poi c'è il pienone di opere nostrane nella sezione "Prospettive Italia". Un clone di quel "Controcampo italiano" che Müller aveva reintrodotto nei suoi ultimi anni alla Mostra di Venezia e che il suo successore al Lido, Alberto Barbera, ha subito abolito. A Roma la rassegna ospita una serie di registi debuttanti o alla loro seconda prova in un lungometraggio: fra i tanti titoli, Cosimo e Nicole di Francesco Amato, con Riccardo Scamarcio. Tanti anche i documentari, tra cui spiccano alcuni ritratti di cineasti italiani: da Giuliano Montaldo, Quattro volte vent'anni di Marco Spagnoli, a Carlo! di Gianfranco Giagni e Fabio Ferzetti, dedicato a Verdone.
Ma la sostanza di un festival è nelle pellicole internazionali che propone, tra concorso e fuori concorso. E qui, pur con tutta la simpatia per un direttore che si è potuto insediare solo pochi mesi fa, non è che ci sia molto per cui - almeno sulla carta - ci si possa entusiasmare. A parte qualche film, o qualche autore, capace di incuriosire o attirare l'attenzione. Come Roman Coppola, figlio di Francis Ford e fratello di Sofia, in concorso con A glimpse inside the mind of Charleston Swan III, con Charlie Sheen e Bill Murray; Mafia Girl di Larry Clark, classico autore "scandaloso" festivaliero, sempre in gara. Fuori competizione, invece, Le Guetter del Michele Placido versione francese; il già annunciato Bulllet to the Head di Walter Hill, con Sylvester Stallone (lui qui a Roma sicuramente ci sarà); il cartoon a stelle e strisce Le cinque leggende; Populaire di Regis Roinsard, con Romain Duris e Berenice Bejo; e l'ultimo capitolo della saga Twilight, anche se non verranno le star protagoniste. "Ma per il resto i divi arriveranno- sostiene Müller - accendiamo un cero alla Madonna, perché in poco tempo abbiamo portato a casa un programma forte. Certo, si tratta di un risultato provvisorio, in quattro mesi e mezzo è difficile mettere insieme una selezione ufficiale".
L'impressione, ascoltando queste parole, è che il direttore voglia mettere le mani avanti; anche se è vero che il lunghissimo braccio di ferro attorno alla sua nomina ha sul serio reso i tempi strettissimi. Müller nega però che le major abbiano abbandonato il festival: Bullet to the head è distribuito dalla Warner Bros in America, dalla Buena Vista qui; e il cartoon Le cinque leggende è della Dreamworks". Nessuna risposta degna di questo nome, invece, alla domanda sugli scandali alla regione Lazio, da parte dell'uomo fortemente voluto al timone della manifestazione da Gianni Alemanno (assente alla presentazione di oggi) e da Renata Polverini. Anche se si arrabbia con chi glielo fa notare: "Ma credete davvero che io sia qui per appartenenza politica?".



di CLAUDIA MORGOGLIONE
Fonte
18/10/2012 02:58

RomaFilmFestival, Claudia Pandolfi madrina

Sarà Claudia Pandolfi a fare gli onori di casa nella serata di apertura e di chiusura della settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma (dal 9 al 17 novembre, Auditorium Parco della Musica). L'attrice romana dará il segnale di inizio della manifestazione e presenterà la giuria, prima della proiezione di Aspettando il mare, il kolossal di Bakhtiar Khudojnazarov che sarà presentato come Gala Fuori Concorso in prima mondiale la sera del 9 novembre. Claudia Pandolfi condurrà anche la serata di premiazione del Festival, alla quale seguirà il film di chiusura, Una pistola en cada mano del regista e sceneggiatore catalano Cesc Gay, Fuori Concorso, in prima mondiale.



Fonte
18/10/2012 03:14

Festival Roma, Murgia l'Insolito Ignoto

L'insolito ignoto ossia Tiberio Murgia. All'attore che e' stato un caratterista di successo dei migliori anni del cinema italiano, a cominciare dal film che lo lancio', I soliti ignoti, e' dedicato un omaggio sotto forma di documentario realizzato da Sergio Naitza, che si vedra' al Festival di Roma fuori concorso. Naitza, sardo come lui, lo ha a lungo intervistato quando 'Ferribotte' era malato e ricoverato, ma senza alcuna rassegnazione, in una casa di cura dove poi mori' a 81 anni 2 anni fa.



Fonte
10/11/2012 13:49

Oggi primo italiano in concorso e documentario su Verdone
Il primo fra i tre film italiani in concorso, ALI' HA GLI OCCHI AZZURRI di Claudio Giovannesi; CARLO!, documentario di Gianfranco Giagni e Fabio Ferzetti sul cinema Di Verdone (Prospettive Italia). Tra i fuori concorso MENTAL di P.J Hogan, con Toni Collette, commedia mix lisergico fra Mary Poppins e Tutti insieme appassionatamente, e la versione animata in 3d di IL PICCOLO PRINCIPE - IL PIANETA DEL SERPENTE. Ma anche Paul Verhoeven, che incontrerà il pubblico, dopo la proiezione del suo mediometraggio 'social', STEEKSPEEL e 'BENUR' di Massimo Andrei film sorpresa di Prospettiva italia per cui saranno sul tappeto rosso più di trenta centurioni e biga con Poppea a bordo.
Sono questi alcuni dei protagonisti del programma di oggi sabato 10 novembre al Festival Internazionale del film di Roma.
I principali appuntamenti della giornata:

ALI' HA GLI OCCHI AZZURRI di Claudio Giovannesi (Concorso - Sala Sinopoli alle 22.15). Il film, che uscirà in sala il 15 novembre, distribuito da Bim, racconta di due ragazzi di 16 anni, Nader e Stefano (uno egiziano, l'altro italiano), che alle 8 del mattino dopo aver compiuto una rapina entrano a scuola. Anche Brigitte, la fidanzata di Nader, è italiana, ma proprio per questo i genitori del ragazzo sono contrari al loro amore.

CARLO! di Gianfranco Giagni e Fabio Ferzetti (Prospettive Italia - Sala Petrassi alle 19). Nel documentario, la cui proiezione è già sold out, si racconta il cinema di Carlo Verdone visto da attori, attrici, collaboratori, amici, e famiglia, oltre alle strade e le voci di Roma.

MENTAL di P.J Hogan (Fuori concorso - Sala Sinopoli alle 19.30). Quando Barry fa rinchiudere la moglie in un ospedale psichiatrico si trova ad affrontare da solo cinque figlie che conosce a malapena. Disperato, si affida a un'autostoppista, Shaz, eccentrica Mary Poppins dai metodi discutibili, ma efficaci.

IL PICCOLO PRINCIPE 3D - IL PIANETA DEL SERPENTE (Alice nella Città - Sala Cinema Lotto alle 11.30) - In quest'avventura cinematografica, il Serpente decide di rapire la Rosa e di riportarla sul suo suo pianeta. Così rischia però che il Piccolo Principe riesca a liberare tutti i suoi prigionieri.

STEEKSPEL (CinemaXXI - Sala Petrassi alle 16.30) - Nel film scritto con la partecipazione degli utenti della rete, protagonista è Remco, magnate immobiliare e seduttore, contro cui complottano i suoi soci, Wim e Fred.

BENUR di Massimo Andrei (Prospettive Italia - Sala Sinopoli alle 14.30) Film sorpresa di Prospettive Italia, è la divertente storia di due fratelli, Sergio e Maria e del bielorusso Milan: tre storie tragicomiche ai piedi del Colosseo, ai giorni nostri, tra bighe e centurioni.

Fonte

11/11/2012 20:19

Seconda giornata
Il primo dei film sorpresa, 1942 di Feng Xiaogang, con un cast anche di divi americani, come Tim Robbins e Adrien Brody, presentato in concorso; sempre in gara SPOSE CELESTI DEI MARI DELLA PIANURA di Alexey Fedorchenko.

Poi POPULAIRE di Regis Roinsard, con Romain Duris, commedia francese che punta ai grandi incassi (Fuori concorso); il debutto alla regia di Carlo Lucarelli, L'ISOLA DELL'ANGELO CADUTO e il documentario su Giuliano Montaldo, QUATTRO VOLTE VENT'ANNI, di Marco Spagnoli (Prospettive Italia); le nuove avventure animate da Michel Ocelot, KIRIKOU ET LES HOMMES ET LES FEMMES (Alice nella città).

Sono fra i protagonisti del programma di domenica 11 novembre al Festival Internazionale del film di Roma.

I principali appuntamenti della giornata:

-1942 di Feng Xiaogang (Concorso - Film sorpresa - Sala Sinopoli alle 22). Già soprannominato il Via col vento cinese, é ambientato nel 1942, alla vigilia della Guerra con il Giappone. Il proprietario terriero Fan (Zhang Guoli), in viaggio con la figlia per riunirsi ai milioni di rifugiati che si stanno dirigendo a piedi verso la provincia dello Shaanxi, incontra tre uomini: l'appassionato giornalista americano Theodore White (Adrian Brody), lo chef diventato giudice Old Ma (Fan Wei), e Padre Simeone (Zhang Hanyu), che sta perdendo la sua fede in Dio e che si rivolge al prete italiano Thomas Megan (Tim Robbins).

-SPOSE CELESTI DEI MARI DELLA PIANURA (Concorso - Sala Sinopoli alle 17). 23 brevissimi film narrano storie di donne del popolo Mari, costruendo, dalla commedia al dramma, un percorso sulla filosofia, sulle tradizioni e sul presente di un popolo che, per le sue origini finniche, si è sempre differenziato dal resto della popolazione russa.

- POPULAIRE di Regis Roinsard (Fuori concorso - Sala Sinopoli alle 19.30). 1958. Rose è un'eccellente segretaria, ma una terribile dattilografa. Il suo affascinante capo la trasformerà nella ragazza più veloce del mondo.

-L'ISOLA DELL'ANGELO CADUTO di Carlo Lucarelli (Prospettive Italia - sala Petrassi alle 21.30). Lucarelli esordisce alla regia, adattando per il grande schermo il suo romanzo, ambientato, negli anni dell'ascesa di Mussolini, su un'isola prigione abitata dal vento e da strane apparizioni, che sembra nascondere un segreto.

- QUATTRO VOLTE VENT'ANNI di Marco Spagnoli (Prospettive Italia - Sala Sinopoli alle 14.30). La vita e la carriera di Giuliano Montaldo, grande regista e intellettuale che ha fatto del cinema la sua passione, come pure uno strumento di ricerca sul piano civile.

-KIRIKOU ET LES HOMMES ET LES FEMMES di Michel Ocelot(Alice nella città - Sala Cinema Lotto alle 12). Dopo Kirikù e la strega Karabà e Kirikù e gli animali selvaggi, nuove avventure per il bambino africano, come l'aiuto alla Donna Forte e la scoperta del segreto del misterioso mostro blu.

Fonte
11/11/2012 20:24

Lucarelli debutta come regista «Il mio commissario contro il regime»

La chiamano l’“Isola dell’angelo caduto” perché si dice che Lucifero dopo la ribellione a Dio sia precipitato su quel piccolo pezzo di terra sperduto in mezzo al mare. È qui, su questo scoglio divenuto colonia penale del nascente regime fascista, che Carlo Lucarelli ha ambientato il duo debutto cinematografico (L’Isola dell’angelo caduto, appunto) tratto da uno dei suoi romanzi di maggiore successo. «Un thriller storico – spiega il regista – ambientato nel 1925, l’anno dell’omicidio Matteotti, quando il nostro Paese era al bivio, incerto tra seguire la legalità oppure non agire. Così, anche oggi, continuiamo a seguire scelte di comodo, invece di essere rivoluzionari, mandare in galera un bel po’ di gente e ricominciare a costruire».

«SENSO DELLO STATO» - Il thriller, che ha ricevuto un’accoglienza tiepida dalla critica, è in concorso nella nuova sezione Prospettive Italia del Festival di Roma, da cui, purtroppo, finora non sono venute fuori grandi soprese. «Il film racconta - afferma Lucarelli - quel preciso momento della vita di ognuno, e anche del nostro Paese, in cui bisogna decidere se compromettersi o semplicemente stare a guardare. Il protagonista decide di anteporre il dovere, il senso dello stato, ai suoi interessi».

MORELLI - È Giampaolo Morelli (l’Ispettore Coliandro, sempre una creatura lucarelliana) a interpretare l’integerrimo commissario che cerca di riportare la legge laddove prevale solo la violenza e la follia fascista delle camice nereguidate da Mazzarino (Gaetano Bruno). Il commissario si troverà a indagare su una serie di morti «naturali” che non lo convincono affatto, ma se accetterà la comoda versione ufficiale sarà richiamato sul continente e tornare alla civiltà. Lui, invece, deciderà di continuare il suo lavoro e resterà confinato su quell’isola dove sua moglie Hana (Sara Sartini) sta impazzendo.

L’ISOLA CHE NON C’E’ – Padrona dello schermo e della messa in scena è, senz’altro, l’isola-prigione scossa dal vento. «Mentre scrivevo il libro all’inizio pensavo di andare a Ponza e Ventotene e descrivere quegli scogli in maniera verista. Ma poi - spiega Lucarelli - ho preferito immaginare, lasciarmi guidare dalle immagini surreali, strane e contorte che mi venivano in mente. Immagini che mi è piaciuto trasferire anche nel film». E così, al cinema, l’isola è stata creata dal nulla con l’aiuto degli effetti speciali. «Un po’ come Scorsese ha fatto con Shutter Island, un film che avevo ben in testa quando abbiamo girato. Per noi è stato un modello».



di Carlotta De Leo
Fonte
11/11/2012 20:28

In amore (e dattilografia) la Francia batte tutti

Nell'applausometro dei primi tre giorni di festival si piazza piuttosto in alto. E' Populaire dell'esordiente Régis Roinsard - visto all'opera finora in videoclip e documentari musicali - presentato fuori concorso a Roma. Storia di amore e dattilografia ambientata nel 1959 arrivata al festival con l'etichetta «Mad Man francese». In realtà, con la fortuna serie Usa, in comune ha solo l'omaggio spassionato all'estetica e alla cultura anni '50. Protagonista è Rose Pamphyle (Déborah François) giovane figlia di una droghiere di un paesino della Bassa Normandia a cui sta stretto il destino di ragazza muta e rassegnata. Va in città, a Lisieux, sperando di ottenere il posto da segretaria («una ragazza moderna fa la segretaria») nello studio dell'assicuratore Louis Echard (Romain Duris). Come segretaria è un disastro, ma ha un talento eccezionale: veloce come lei, a battere a macchina non c'è nessuna. Anche se usa solo due dita. L'ex partigiano Echard la assume a un patto: che accetti di partecipare - e vincere - i campionati francesi di velocità dattilografica. E, poi, chissà, quelli del mondo. Sarà lui ad allenarla, un po' come William Holden faceva con la Sabrina di Audrey Hepburn, a cui Rosa è dichiaratamente ispirata.

MACCHINA DA SCRIVERE - «Ho sempre avuto interesse per la storia della scrittura - spiega Roinsard - e in particolare della macchina da scrivere, un'invenzione-simbolo, creata per scrivere velocemente. E' il concetto dell'andare sempre più veloce che mi affascina». La macchina da scrivere come metafora della modernità e, insieme, strumento di sfida anche sportiva. «Ho cercato di capire perché, giunta una certa epoca, la dattilografia è stata sul punto di diventare uno sport. Cercavo da tempo di scrivere una storia incentrata sullo sport, perché è un modo appassionante per raccontare il mondo. Ho filmato le gare di dattilografia con l'intento di far percepire allo spettatore la concentrazione, il movimento e la tensione, tutte cose che al giorno d'oggi si sono perse con l'abitudine a seguire gli eventi sportivi ripresi con camere multiple». Se l'intento era spettacolarizzare le gare di dattilografia, va detto che Roinsard ci è riuscito alla grande, con Be bop a lula a fare da colonna sonora, anche se la chicca per gli appassionati di musica è una cover della versione di Jack Ary del Cha cha cha della segretaria. Da cineasta i riferimenti di Roinsard sono infiniti, da Douglas Sirk a Billy Wilder, da Godard a Jacques Demi. Ottimo esempio di film, appunto, popolare e commerciale con idee, ritmo e interpreti impeccabili.

ORGOGLIO FRANCESE - Costato 15 milioni di euro, il film può essere letto oltre che come commedia romantica, anche come una coloratissima messa in scena dell'orgoglio francese. Un modo di credere, ancora, alla possibilità di essere moderni, come allora si credeva nelle meraviglie del progresso. Rose è una protagonista in senso pieno, frustrata dalle limitazioni che i tempi impongono alle donne («Se fossi un uomo...», «E' complicato essere una ragazza»), alla ricerca più che del principe azzurro, ma di un partner («Cerco un uomo che mi faccia sentire uguale»). E il Louis di Romain Duris si rivelerà all'altezza. In quanto all'esito della gara, non lo sveleremo (il film, distribuito da Bim, sarà nei cinema italiani in primavera, mentre in Francia uscirà il 28 novembre) ma si può dire che la Francia se la batte alla pari con le grandi potenze come Usa e Germania (l'Italia ahinoi, fa una pessima figura). Che sia un momento di vitalità per il cinema francese, dopo i fasti di The artist (nel cast di Populaire c'è anche Bérénice Bejo) lo dimostra la notizia che l'acclamato Quasi amici di Nakeche e Toledano ha superato i 400 milioni di incassi in giro per il mondo. E l'Oscar si avvicina.



di Stefania Ulivi
Fonte
11/11/2012 20:31

Nader e i suoi fratelli. E l’Italia del futuro

Quelle lenti a contatto azzurre ormai da tempo non le porta più. «Lo facevo per assomigliare all’amici mia, per seguire la massa. Ora ho trovato la mia identità e sto bene pure da solo». Nader Sarhan è il protagonista di Alì ha gli occhi azzurri, il film di Claudio Giovannesi in concorso al Festival di Roma. Un film (applaudito dalla stampa) che dipinge l’integrazione, percorso duro e pino di ostacoli, sui volti dei giovani protagonisti, italiani di seconda generazione.

AMORE E RELIGIONE - Il film è ambientato a Ostia, cittadina sul mare alle porte di Roma dove vivono diverse comunità straniere. Ed è proprio questo microcosmo colorato e violento che Giovannesi aveva già esplorato nel fortunato documentario Fratelli d’Italia (presentato al Festival nel 2009) raccontando le storie di tre nuovi italiani. «Nader era uno di quei tre adolescenti: un 16enne che innamorato di una coetanea italiana contro il volere della famiglia. Un ragazzino in bilico tra la cultura d’origine e la società dei consumi dove vive. Mi sono reso conto che la sua storia non poteva essere condensata nei 35 minuti del documentario. E così abbiamo deciso di farne un film».

L’OCCHIO DI PASOLINI – Il titolo del film è rubato a una poesia di Pasolini, «Profezia» scritta nel 1962. «Prefigurava l’avvento di una società multietnica e l’emblema era proprio questo Alì dagli occhi azzurri. Quasi cinquant’anni dopo – racconta il regista - quando l’ho conosciuto Nader portava proprio le lenti a contatto celesti per sembrare più occidentale». A Pasolini, Giovannesi confessa di essersi ispirato anche per «quello sguardo innocente sul proletariato suburbano: oggi, però, il panorama è molto cambiato e i ragazzi di vita parlano tutte le lingue del mondo».

NADER – Alì ha gli occhi azzurri racconta una settimana della vita di un adolescente musulmano che prova a disubbidire ai valori della propria famiglia. Per amore della sua Brigitte (Brigitte Apruzzesi, fidanzata anche fuori dal set), e per assomigliare al suo amico Stefano (Stefano Rabatti), il protagonista scappa di casa e sacrifica la sua appartenenza culturale e religiosa per omologarsi e confondersi. Ma proprio dormendo in strada, tra la fame e la paura dei nemici, Nader capirà chi è. «Quando ho girato il documentario avevo sedici anni – racconta il giovane attore - e inseguivo qualcuno che non ero, volevo essere un italiano con gli occhi blu. Oggi ho 19 anni, so chi sono, so che sono egiziano, sto bene con me stesso e con i miei occhi marroni» dice il ragazzo.

L’ITALIA DEL FUTURO - Regista e sceneggiatore hanno trascorso molto tempo con Nader e i suoi amici , «in quelle periferie dove la società è multietnica e c’è l’Italia del futuro». Il finale del film, però, non lascia spazio a facili soluzioni al problema dell’immigrazione e della convivenza. «L’integrazione è un processo dinamico – dice Giovannesi - Nader ha preso coscienza di una contraddizione. Vive una situazione conflittuale, uno scontro culturale ed è questa la sua ricchezza».



di Carlotta De Leo
Fonte
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:25. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

IperCaforum il forum degli ipercafoni e delle ipercafone