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"Giorgio la mia Fiamma" - by Donna Assunta Almirante

Ultimo Aggiornamento: 29/05/2008 11:33
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20/06/2006 17:02

Donna Assunta Almirante presenta "Giorgio la mia fiamma"



Il Gazzettino di Padova del 30.10.2005 - di Federica Cappellato

«Spero di saper trasmettere ai miei figli Andrea e Gabriele i suoi insegnamenti».
E' la dedica che Assunta Almirante antepone al libro "Giorgio la mia fiamma", il romanzo di una vita spesa tra passione e politica, quella del grande leader della destra italiana, Giorgio Almirante, scomparso 17 anni fa.

«Voglio ricordare alla mia gente cos'era l'uomo e come riusciva ad essere sul palco e in famiglia.
Sul palco era politico, in famiglia era affetto, tenerezza, amore.
I giovani questo libro dovrebbero leggerlo - ha esortato donna Assunta, presentando il 29 ottobre scorso l'opera a palazzo Moroni - per capire come ci si comporta nella vita:
noi abbiamo preso tutto quello che ci ha dato l'estero, i capelloni, l'orecchino, Halloween, invece bisogna preservare la nostra identità.
Siamo un popolo civile e progredito.
Ecco, il popolo del nord è un popolo più progredito che civile mentre il popolo meridionale è civile ma meno progredito. Invito i governanti a dare un'occhiata, anzichè all'Iraq, al nostro sud che è in completo abbandono».


«In Sicilia - ha aggiunto Baldo Licata - la Festa di Ognissanti è la festa dei bambini: non c'è bisogno di andare ad appropriarsi di tradizioni che non ci appartengono.
Amare le idee, essere disinteressati, volontari e non mercenari: questi i messaggi che il libro veicola.
Almirante ha riempito le piazze e non solo di missini, anche alcuni comunisti lo ricordano persona seria e perbene».

Per noi, ha concluso l'on. Filippo Ascierto, «Almirante ha rappresentato tutto, la passione politica, l'impegno sociale, ha tenuto alta la bandiera dei valori».

Per quasi 15 anni, ogni mese il leader ha devoluto 200 mila lire ai familiari di Mazzola. In silenzio.


Fonte: F.Ascierto

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20/06/2006 20:50



Quale Mazzola?

[SM=x44473]

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"Io sono un cantastorie, per molte terre e paesi ho sempre viaggiato.
Ora sono giunto a questa: lasciate che prima di partirne io canti..."


(Anonimo del XIII sec.)

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24/06/2006 01:36

Re:

Scritto da: Zalmoxis 20/06/2006 20.50


Quale Mazzola?

[SM=x44473]

pagò sino alla morte — e all’insaputa di donna Assunta — un vitalizio alle famiglie Giralucci e Giuseppe Mazzola, prime vittime delle Brigate Rosse....

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29/05/2008 11:33

20 anni dalla morte di giorgio almirante
Donna Assunta: "Un amore e una vita insieme"

Donna Assunta come ricorda quel 22 maggio di venti anni fa?
«In modo tragico e mai nella vita lo dimenticherò. La confusione, l'amarezza della gente, la folla che c'era nei tre giorni di esposizione della salma in via della Scrofa.




..Mi sembrava di essere un'attrice di Pirandello, la mia mente era totalmente assente, lontana dalla tragedia. Mi impressionarono questi uomini che si inginocchiavano davanti alla bara, infilavano la mano sotto la schiena di Giorgio e lo baciavano. La seconda sera di camera ardente ebbi l'impressione che la salma si stesse rovinando perché sembrava più gonfia.
Non era così: sotto la schiena trovammo un numero enorme di tessere di partito.
Credo che con la morte di Almirante molti consideravano finito il partito. Avevano già previsto tutto, prima di tutti...»


Come lo conobbe?


«In Calabria ad una manifestazione, poi c'incontrammo a Roma, una sera. Passeggiammo a lungo, in centro. Fu simpatia immediata...»


Simpatia lunga 44 anni?


«Vero, 44 anni di amore e di vita insieme che augurerei a tutte le coppie. Siamo stati sempre insieme e l'ho sempre seguito. Guardi, io ho votato a favore del divorzio ma oggi mi sento quasi colpevole, perché penso che forse questa cosa ha favorito la crisi delle famiglie».


Che uomo era?


«Dolce, grande, favoloso, gentile. La nostra è stata una vita felice da una parte, per l'affetto che ci ha legato, dall'altra difficile a causa della politica, abituati a mettere gli occhi all'occipite per la preoccupazione di ciò che poteva capitare...».


Un momento felice?


«Abbiamo vissuti anni felici perché non era un uomo comune, era particolare. Io ero la terribile, mi chiamava "zio Adolfo". Non era mai arrabbiato, sempre gentile, aveva sempre complimenti per me, a tavola aspettava di mangiare finchè non mi sedevo, mi cedeva il passo anche dentro casa. Per tutta lavita come il primo incontro».


Una vostra passione?


«La musica. A me piacevano le opere, a lui il teatro e la lirica».


La vostra canzone?


«Vogliamoci tanto bene, amore mio, di Rascel».


Una passione soltanto di suo marito?


«La Juventus. Ricordo il telegramma bellissimo di Agnelli quando Giorgiò morì: «La Juventus perde un tifoso prestigioso».


Un uomo affascinante ma anche un seduttore?


«Sicuramente era amato dalle donne, gli arrivavano molte lettere, anche con richieste di appuntamenti e incontri galanti...con tanto di indirizzi».


Non era gelosa?


«No, non ero gelosa, primo perché ero sicura del suo amore per me, e poi perché lui aveva paura: potevo cavargli gli occhi».


I suoi corteggiatori?


«Ne ho avuti tanti... ma non ci sono mai cascata, non mi interessavano ero molto presa da lui ma anche dal mio lavoro».


Almirante grande statista: appartiene più alla storia o a lei?


«Penso che lui appartiene a me, ma sicuramente anche alla storia.
Lui ha evitato la guerra civile, ha sempre pacificato la nazione, umilmente ha sempre frenato gli animi per aiutare gli italiani.
E i risultati ci sono: abbiamo Fini presidente della Camera».


Sarina Biraghi

22/05/2008
Fonte: Il Tempo
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